Mista su carta 33×41
1985

Gianfranco Caffi (1937- 2007)
Dopo aver compiuto gli studi magistrali a Brescia e dopo aver proseguito gli studi artistici, si dedica all’attività di artista partecipando a concorsi emostre. Dal 1987 al 1995 ha insegnato Storia dell’Arte presso il Liceo artistico “Foppa” di Brescia.
Partito da esperienze vicine alle avanguardie storiche, tra informale e cenni postcubisti, negli anni Sessanta ha maturato, a contatto con il mondo del lavoro, una definizione formale del disegno sostenuta da una fervida attenzione al segno della grafica, che penetra ed analizza la realtà sociale (il lavoro, della fabbrica, della vita degli umili) e la inserisce in una visione morale severa della società, che si concreta nella serie di cicli Gli uomini ritornano sugli alberi, Il Divano dello psicanalista e I sette peccati capitali, e nell’attenzione agli avvenimenti che sconvolgono la società italiana e internazionale dove registra la difficoltà del vivere in un contesto scosso da brividi sociali e di guerra: temi pervasi da sensibilità religiosa, che si esplicita sia nei tempi sociali, sia in quelli più propriamente sacri, ai quali si dedica attivamente sia con la produzione grafica, sia decorando ambienti sacri, spesso in collaborazione con il sacerdote pittore Luigi Salvetti. Non manca di guardare con un fremito di nostalgia colorata al paesaggio dell’amata Franciacorta evocato da solo, affiancandosi a finestre decorate da preziosi fiori. Tipica è la sua tecnica dove sfrutta abilmente il fondo di legno grezzo della tavola di supporto, disegnando direttamente sulla tavola e componendo su di essa collage e frammenti di suoi disegni, qualche reperto fotografico e fondendo il tutto in vaste composizioni, chiamate “polittici”, dove si compongono e vengono fusi, e dal sapiente uso di veline intrise di colore che fissano la complessità narrativa delle opere di grande formato.